Come orientarsi

Esistono metodi riabilitativi “strutturati”, cioè rigidamente codificati che vengono proposti in condizioni cliniche molto diverse e, quindi, anche a bambini con sindrome di Down.
Alcuni di questi metodi (citiamo ad esempio il metodo Doman) richiedono l’intervento continuo della famiglia con conseguenti rinunce ad altre attività e progetti. Spesso le finalità non sono chiare alla famiglia, né gli obiettivi e i tempi di attuazione.
Un consiglio da dare ai genitori è di essere molto prudenti nell’aderire a programmi e interventi non dichiaratamente sperimentali (cioè di ricerca), ove non siano chiari i riferimenti teorici (ossia basati su studi ed evidenze nella letteratura scientifica, metodo EBM – medicina basata sull’evidenza) e che non siano corredati da comunicazione dei risultati e solide verifiche scientifiche.
Occorre che esistano risultati concreti e verificati, comunicati al mondo scientifico mediante pubblicazioni su riviste qualificate e di settore. Questo soprattutto quando richiedono partecipazione in tempo e denaro.
È il caso infine di diffidare di quei medici, psicologi, pedagogisti, terapisti che propongono ai genitori come obiettivo il bambino o il ragazzo eccezionale facendovi intendere che vostro figlio potrà seguirne le orme. Inseguire l’eccezionalità è inopportuno per la crescita di ogni bambino e quindi anche per quella dei bambini con sindrome di Down.
Per effettuare queste scelte può essere bene affidarsi alla consulenza di centri specializzati per le difficoltà dello sviluppo in età evolutiva che conoscono i bisogni riabilitativi, psicologici e medici globali del bambino con sindrome di Down.