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Ognuno è Perfetto!

ognuno è perfetto

“I difetti sono negli occhi di chi guarda”

Il 16, 17 e 23 dicembre andrà in onda su Rai1 e RaiPlay la fiction “OGNUNO È PERFETTO”, una serie che rompe tutti gli stereotipi.

Una commedia dove un gruppo di ragazzi “diversi”, un padre (quasi) single, un viaggio e una storia d’amore, si intrecciano in un’unica grande avventura!

Ognuno è Perfetto racconta la meravigliosa favola di Rick (Gabriele Di Bello) e Tina (Alice De Carlo) e la loro storia d’amore che oltrepasserà tutti gli ostacoli, fisici e geografici, che si porranno loro davanti grazie anche all’aiuto di una squadra di impavidi amici …

La fiction Rai, diretta da Giacomo Campiotti e liberamente ispirata alla serie tv belga “Tygat Chocolat“, è una coproduzione RAI FictionViola Film con il patrocinio di Associazione Italiana Persone Down – AIPD Nazionale.

 

[su_button url=”https://www.facebook.com/watch/?v=2444916515634100″ target=”blank” background=”#e90b02″ size=”10″ center=”yes” radius=”round”]Guarda il trailer[/su_button]

Il cast:

Edoardo Leo
Cristiana Capotondi
Piera Degli Esposti
Nicole Grimaudo
Raffaele Vannoli
Gabriele Di Bello
Alice De Carlo
Matteo Dall’Armi
Aldo Arturo Pavesi
Valentina Venturin

 

La trama

Al centro della storia troviamo il delicato tema della disabilità, quello testimoniato dal protagonista della fiction, Rick (Gabriele Di Bello).
Lui è un ragazzo di ventiquattro anni con la sindrome di Down alla ricerca di un lavoro vero e soprattutto dignitoso.

Il padre di Rick, Ivan (Edoardo Leo), decide di cedere la sua attività per dedicarsi anima e corpo al proprio figlio nella complicata, ma possibile, ricerca di un lavoro.

Sarà l’incontro con Miriam (Cristiana Capotondi), la proprietaria di una cioccolateria, a regalare a Rick questa grande occasione. Rick infatti verrà assunto ed inserito nel reparto del packaging, interamente affidato a ragazzi con sindrome di Down dove ognuno ha il compito di creare scatole di cioccolatini sempre diversi che fanno di questo marchio un brand davvero unico.

Grazie a Miriam la vita di Rick prende una svolta del tutto inaspettata, che lo porta a incontrare l’amore, l’amicizia e l’avventura.

 

? Ecco la campagna completa sui i luoghi comuni sulle persone con sindrome di Down realizzata con il patrocinio di…

Pubblicato da Viola Film su Martedì 10 dicembre 2019

 

Per gentile concessione della socia Anna Rita, la madre di Gabriele Di Bello, condividiamo una sua riflessione su questa serie TV:

Da un po’ di tempo, come sapete, sto sponsorizzando molto la fiction “Ognuno è perfetto”.
La domanda che qualcuno potrebbe farmi è: “Ma lo avresti fatto lo stesso se tuo figlio non fosse stato nel cast?”
Me la sono fatta anche io quella domanda e questa è la mia risposta.
Si, lo avrei fatto, in primo luogo perché mi fido delle scelte di AIPD che è sempre molto attenta a che le persone con Sindrome di Down vengano trattate, dalle trasmissioni televisive, in modo congruo senza perderli negli stereotipi a cui tutti noi siamo, purtroppo, abituati.
In secondo luogo perché conoscevo il lavoro da cui è tratto il racconto, apprezzo in modo particolare lo sceneggiatore e ho una grande stima del regista, perché so, con certezza, che quando dice che “la diversità sta solo negli occhi di chi guarda”, lo dice perché quello è uno dei motivi che guidano la sua vita.
Non conoscevo la casa di produzione, ma costruire le presentazioni della fiction lavorando sul discorso degli stereotipi da abbattere mi sembra una gran bella cosa.
Avrebbero potuto fare altro, lavorare, per esempio, sulla simpatia e sui caratteri frizzanti di alcuni dei protagonisti, mettere in maggiore risalto le competenze e la bravura degli attori già noti, cavalcando l’onda dei loro successi, invece parlano di #noluoghicomuni, e questo, sinceramente mi piace molto.
Non ce ne sono nel racconto. È tutto molto naturale, ognuno dei nuovi attori somiglia molto al suo personaggio. La storia è delicata e possibile e apre una finestra su una realtà a molti sconosciuta, perché, parliamoci chiaro, sono in molti a non conoscere le potenzialità delle persone con SdD e con disabilità intellettiva in generale, che sono sempre molto sottovalutate.
Questa fiction potrebbe essere un mezzo, un apripista. Ma perché ciò avvenga dobbiamo contribuire a che non rimanga solo uno spettacolo di nicchia. Dobbiamo parlarne a scuola, a lavoro, all’oratorio, nei gruppi sportivi, e in qualsiasi altro ambito frequentato dai nostri figli. È un modo in più per farli conoscere, e è un modo per insegnare agli altri che in fondo “la diversità sta solo negli occhi di chi guarda”, perché quello che gli proponete è uno splendido paio di occhiali.
Fate in modo che possano usarli.

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