Il TAR del Lazio si è pronunciato favorevolmente nei confronti di alcuni ricorsi presentati da comitati di famiglie di persone con disabilità contro le normative del nuovo ISEE, entrato in vigore nel 2015.
Le questioni affrontate riguardano:
– l’articolo 4, comma 2, lettera f del DPCM 159/2013 che considera tra i redditi anche i “trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche” e quindi le provvidenze economiche degli invalidi civili;
– l’articolo 4, comma 4, lettera d, numeri 1, 2 e 3, che prevede la sottrazione di spese o franchigie per le persone con diversi gradi di disabilità (media, grave, non autosufficienza), aumentate nel caso di persone minorenni.
Questi due punti sono stati annullati dal Tar del Lazio e ciò significa che in questo momento, e precisamente dal 12 febbraio 2015, le DSU (Dichiarazioni sostitutive Uniche, base dell’ISEE) rilasciate dal sistema operativo attuale INPS (che si rifà al DPCM 159/13) sono formalmente illecite, perchè le sentenze del TAR sono immediatamente applicative. Ma sono anche le uniche possibili fino a quando l’INPS non provvederà a modificare il sistema operativo, e questo potrà farlo solo su indicazioni del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che ne aveva dettato il modello con il decreto 7 novembre 2014. Concretamente quindi ad oggi le dichiarazioni ISEE che possono essere rilasciate sono quelle precedenti alle sentenze, che considerano dunque tra i redditi anche le provvidenze economiche degli invalidi civili e applicano le franchigie diverse per maggiorenni e minorenni. Il cittadino in questo momento che volesse vedere applicate le sentenze del Tar potrebbe fare un ricorso al giudice ordinario, con tutti i tempi e i costi del caso. Senza contare che l’ISEE rilasciato viene sottoscritto dallo stesso cittadino, che quindi andrebbe a contestare una certificazione formalmente accettata da lui stesso.
La FISH, Federazione Italiana Superamento Handicap, cui AIPD aderisce, ha pubblicamente chiesto al Ministero del Lavoro chiarimenti in merito alle intenzioni del Governo.
Rimandiamo al sito Handylex.org per una attenta e particolareggiata analisi della questione (con i link anche ai testi delle tre sentenze) e delle conseguenze che tale nuova situazione avrà sulle persone con disabilità e le loro famiglie che, tra l’altro, non saranno positive per tutte(Fonte www.aipd.it).
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