Grande partecipazione di soci e professionisti dell’educazione e della riabilitazione al seminario di studi “Linguaggio e comunicazione nella Sindrome Down dall’infanzia all’età adulta”, organizzato dall’AIPD di Roma il 26 novembre 2016.
Hanno aperto i lavori il Presidente dell’AIPD di Roma Catello Vitiello e il prof. Carlo Ricci dell’Università Pontificia Salesiana. Moderatore la Prof.ssa Rosa Ferri, Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica, Sapienza e consulente AIPD – Roma.
A seguire le relazioni della Dott.ssa Antonella Cerchiari, Servizio di Disfagia, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, della Dott.ssa Cristina Caselli, Istituto di Scienze e Tecnologie per la Cognizione del CNR e della dott.ssa Stefania Mazotti, Fondazione Italiana Verso il Futuro.
Le tre relazioni hanno illustrato le fasi dello sviluppo comunicativo e linguistico nella sindrome di Down trasversalmente alle varie fasce d’età fino all’età adulta. Esperienze e studi longitudinali hanno spesso fatto ipotizzare che il ritardo nel linguaggio e le difficoltà che i bambini incontravano nel corso dello sviluppo, fossero fortemente se non esclusivamente correlate con il ritardo cognitivo. La domanda ricorrente è sempre stata: ritardo, atipia di sviluppo o interconnessione di entrambe le caratteristiche? Le relazioni che il bambino, e poi il ragazzo e l’adulto, riesce ad instaurare con i diversi contesti in cui è inserito (famiglia, scuola, riabilitazione) costituiscono un “osservatorio privilegiato” all’interno del quale è possibile osservare, riflettere e constatare che nell’arco della vita le persone con sindrome di Down possono continuare a migliorare le abilità di comunicazione e linguaggio (anche letto-scrittura) ben oltre la soglia dei 20 anni.
Le conclusioni finali, affidate alle relatrici dott.ssa Anna Giulia De Cagno, Presidente Federazione Logopedisti Lazio, dott.ssa Cinzia Miccinesi, Responsabile P.O. Professioni Riabilitative ASL Roma2 – consulente AIPD – Roma e dott.ssa Geni Lattanzio, Neuropsichiatra infantile, Centro di Riabilitazione Casa Santa Rosa, hanno permesso una ampia discussione con il pubblico.
Sono emersi alcuni punti chiave, rispetto ai quali ci si propone di organizzare ulteriori approfondimenti sia interni all’Associazione (nei gruppi genitori) sia all’esterno, creando occasioni formative per il personale scolastico e della riabilitazione:
-Necessità ed efficacia di un intervento precoce nella prima infanzia che prenda in considerazione tutti i vari aspetti dello sviluppo, anatomo funzionale, comunicativo e linguistico, cognitivo, sociale ed emotivo.
-Non è possibile individuare un metodo riabilitativo che possa essere considerato valido in tutti i casi.
-La famiglia và coinvolta in maniera attiva sia nel processo di valutazione dello sviluppo del bambino sia nell’allestimento di un piano terapeutico.
Sono state inoltre evidenziate diverse criticità nell’offerta dei servizi di riabilitazione sia pubblici che convenzionati, offerta che non sempre è collegata ai reali bisogni del bambino-ragazzo e della propria famiglia.
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